Da Princeton celle solari organiche tre volte più efficienti

Arrivano novità interessanti dagli Stati Uniti, dove un’equipe di ricercatori dell’università di Princeton, guidata dal professor Stephen Chou, ha ideato un innovativo sistema, capace di triplicare l'efficienza delle celle solari organiche, utilizzando una nanostruttura a "sandwich" composta da metallo e plastica.
L’innovazione, che potrebbe rappresentare nel breve termine il futuro dell’energia solare, è già pronta per un uso commerciale, secondo il parere del professor Chou, dopo un normale periodo di passaggio dalla fase sperimentale a quella produttiva di massa, che servirà per mettere a punto il sistema.
Infatti, tale tecnologia appare particolarmente efficace in quanto consente alle celle di catturare una grande quantità di luce, evitandone la dispersione, grazie alla struttura a sandwich, che arriva ad assorbire e a intrappolare il 96% di luce (52% in più rispetto alle celle convenzionali). Ma non solo, le celle essendo composte da uno strato superiore spesso 30 nanometri, una sorta di maglia metallica che sostituisce l'ossido di indio-stagno solitamente impiegato, uno strato di plastica di 85 nanometri e un altro metallico simile a quello usato nelle celle convenzionali, hanno anche la capacità di essere efficaci in condizioni meteorologiche proibitive, toccando percentuali di efficienza pari all’81%.
Tale sistema potrebbe indubbiamente agevolare la diffusione delle celle organiche, che vantano costi minori rispetto a quelle convenzionali, ma che hanno sempre subito, come deficit concorrenziale, tassi di efficienza troppo bassi.
Infine, aspetto da non trascurare, se gli studi sulla tecnologia in esame proseguiranno in maniera positiva, sarà anche possibile applicare tale innovazione alle celle convenzionali di silicio, migliorandone l’efficienza.

Fonte: Princeton