Non c’erano grandi aspettative sulla Cop29 a Baku che si è infine conclusa con pochi risultati significativi e molto controversi. Si è lavorato praticamente su un unico tema di negoziazione, la finanza climatica, con un accordo che è arrivato sul filo di lana, approvato in plenaria alle 2:40, ora locale, di domenica 24 novembre. Il documento cita per la prima volta i 1.300 miliardi di dollari all’anno da destinare ai paesi in via di sviluppo, risorse necessarie per contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento dai relativi impatti. L’accordo raggiunto invece prevede 300 miliardi di dollari all’anno da stanziare entro il 2035, poca cosa rispetto a quanto quantificato e ritenuto necessario. Si evidenzia inoltre come non si tratti di denaro pubblico bensì, come specificato nel testo, di capitali che dovranno arrivare da una molteplicità di fonti, pubbliche e private, bilaterali e multilaterali. Dopo giorni di stallo l’approvazione ha quindi evitato il fallimento dei meccanismi delle Conferenze per il Clima, il principale forum delle Nazioni Unite sulla diplomazia climatica, unico palcoscenico globale che permette di parlare di questo tema portando tutti i Paesi intorno al tavolo del confronto e delle decisioni. Raggiungere un risultato era fondamentale e necessario per abilitare le prossime Cop, permettendo così ai diversi Stati di aggiornare gli obiettivi e le strategie future.
Il secondo successo raggiunto riguarda l'articolo 6 dell'accordo di Parigi che si occupa del sistema di compensazione delle emissioni, a sostegno dei progetti dei Paesi in via di sviluppo. In pratica si sbloccano così i mercati internazionali del carbonio dopo anni di complesse negoziazioni, ponendo fine a un'attesa decennale per mercati del carbonio affidabili e trasparenti che guideranno la cooperazione globale nel raggiungimento degli obiettivi climatici. Ricordiamo che più che sui crediti sulle emissioni, il meccanismo di supporto dell'articolo si basa su progetti concreti che abbattono le emissioni, come ad esempio piantare alberi, costruire impianti per catturare la CO2 e sostenere la riqualificazione energetica.
Forse è arrivato anche il momento di ripensare le Cop, aggiornarle e accelerare il processo, per rispondere al cambiamento climatico che sempre più si sta velocizzando. E da oggi si inizia a lavorare per il prossimo appuntamento in Brasile dove si terrà la Cop30. Il tema centrale è la riduzione dei combustibili fossili, a dieci anni dall’accordo di Parigi.