Allarme fotovoltaico: a rischio 6 mila posti di lavoro. Urgono subito interventi ad hoc

Un grido d’allarme arriva dal Anie/Gifi, associazione italiana del fotovoltaico, che ha denunciato il grave pericolo che sta per colpire il comparto solare, se non verranno attuate nel breve periodo alcune misure vitali per lo sviluppo del settore.
In particolare, denuncia l’associazione che riunisce 200 aziende associate, la crisi economica e la mancanza di leggi atte a favorire il mercato del fotovoltaico, rischiano di generare un effetto domino che potrebbe portare ad una perdita di competitività e ad un ridimensionamento delle aziende italiane che operano nel settore, con una perdita stimata di 6 mila posti di lavoro.
Nel dettaglio, secondo i dati in possesso di Anie/Gifi, nel 2012 si è registrato un calo del 24% dell’occupazione nel settore, al quale va aggiunta un’ulteriore flessione del 7% prevista per il 2013, in un comparto come quello solare che aveva fatto segnare negli ultimi anni trend di crescita molto rilevanti e livelli occupazionali di under 35 davvero sorprendenti.
“Siamo preoccupati”, afferma Valerio Natalizia, Presidente di ANIE/GIFI, “saranno oltre 6 mila i lavoratori del fotovoltaico che perderanno il lavoro. Sono in pericolo ingegneri e tecnici. Personale altamente qualificato per il quale le aziende hanno investito ingenti somme per la loro formazione. Il rischio è che questi dati già drammatici possano essere rivisti ulteriormente al ribasso”.
Ma non tutto è perduto, secondo Natalizia e gli analisti che si occupano di sviluppo ecosostenibile, infatti, per migliorare la situazione basterebbero alcuni interventi mirati che, peraltro, da tempo le aziende e le associazioni che operano nelle rinnovabili chiedono con grande vigore, ovvero: la liberalizzazione del mercato elettrico per agevolare la vendita diretta di energia prodotta dagli impianti fotovoltaici a privati ed aziende posti in prossimità degli impianti stessi; l’innalzamento dello scambio sul posto per supportare l’autoconsumo; l’introduzione/estensione delle detrazioni fiscali sulla spesa iniziale anche per le aziende; la facilitazione dell’accesso al credito a condizioni vantaggiose per le aziende

Fonte: Gifi